AF DIGITALE - Prova delle NOVAUDIO Classic 8
L’azienda salentina Novaudio, capitanata da Giuseppe Maietta, ci ha mandato in prova una coppia di Classic 8.
Di Novaudio e di Classic 8 abbiamo già parlato qualche mese addietro. Giuseppe Maietta ha proseguito in questi mesi il suo lavoro di affinamento del progetto ed ha suscitato non poco interesse alle ultime fiere audiofile. Motivo di interesse non sono solo le Classic 8 ma anche le più grandi Supreme di cui abbiamo parlato nella nostra intervista a Giuseppe.
A proposito di Novaudio e delle Classic8.
“Un diffusore in sospensione pneumatica!”
Questa la prima cosa che abbiamo pensato quando abbiamo visto le Classic 8, ma andiamo per gradi e scopriamo cosa bolle in pentola.
Per chi si fosse perso i capitoli precedenti, Giuseppe è un nostalgico che si ispira ai prodotti della così detta Golden Age dell’alta fedeltà. Il periodo in cui Sansui tirava fuori dal cilindro amplificatori da 1000 e una notte o ancora quando i colossi giapponesi si rincorrevano cercando di primeggiare l’uno sull’altro. Inutile negare, nel caso delle Classic 8, somiglianze con alcuni diffusori storici come Audio Note o Snell ma Novaudio questo non lo ha mai nascosto, anzi. La Classic 8 si va a collocare in una fascia di mercato orfana di modelli che hanno segnato un’epoca. Inutile dire che chi ha superato la soglia degli “anta” vedendo queste Classic 8 viene inondato di ricordi. La differenza rispetto al passato è la componentistica moderna sia per quanto riguarda il cross-over che per quanto riguarda i driver. Novaudio non lavora sulle quantità bensì incentra il suo core business sull’utente finale cercando di assisterlo e consigliarlo al meglio per ottenere la massima soddisfazione.
Classic 8: progetto vincente non si cambia o quasi.
Novaudio ha ritenuto opportuno fare un’opera di selezione dei diffusori o per meglio dire matchare al massimo driver e componenti del crossover al fine di proporre diffusori con un range di tolleranza veramente esiguo. Questo ha portato in termini di misurazioni ad avere due diffusori quasi identici uno all’altro al fine di ottenere un suono il più omogeneo possibile. I cabinet, permetteteci di dirlo, bellissimi e ben rifiniti nella loro semplicità, godono di quattro colorazioni, tra cui una ulivo, realizzata con gli ulivi salentini che negli anni addietro sono stati abbattuti per via della Xilella di cui, purtroppo, avrete sicuramente sentito parlare. Le Classic8 vi arriveranno a casa in un imballo in legno a prova di terremoto. Al suo interno troverete i diffusori protetti da un telo in feltro con dei manici estremamente comodi nelle fasi di unboxing ed una cartellina con una brochure ed un gadget marchiato Novaudio. Il costruttore raccomanda di utilizzare i teli in feltro quando il diffusore non è in uso per preservarlo dalla polvere e dai raggi solari. Gli audiofili di vecchio corso ben sanno quanti danni possono fare i raggi solari.
Le Classic8 e gli ambienti moderni.
Sovente ci è capitato di vedere diffusori mastodontici dalle caratteristiche stellari, rinchiusi in ambienti angusti, incastrati tra una vetrina di cristallo ed un tavolino. Tutto ciò, oltre a mortificare le potenzialità di imponenti diffusori a torre con grossi woofer, a volte suscita una sorta di delusione nell’appassionato che ha speso tanti risparmi nei diffusori senza considerare l’interazione tra questi ultimi e l’ambiente d’ascolto. Non dimentichiamoci poi delle elettroniche necessarie per smuovere e frenare i driver di suddetti diffusori. Quindi prima di acquistare un diffusore valutate bene l’ambiente in cui andrà inserito. Non è detto che un diffusore imponente, dalla risposta in frequenza estesa con driver più grossi della ruota di un autotreno possano andar bene nel nostro ambiente di ascolto. Con dimensioni compatte (H47xL32xP20cm), non avrete grosse difficoltà nel posizionamento delle Classic8, inoltre il caricamento in sospensione pneumatica farà si che anche piazzandole a distanza ravvicinata dalla parete posteriore, non avrete grosse problematiche, anzi, gli amanti della gamma bassa potranno anche trarne giovamento a discapito però della riproduzione del palcoscenico sonoro. C’è anche chi (eresia?) coniò per questo tipo di speaker il termine “bookshelf” ossia diffusore da libreria o ripiano che dir si voglia.
Sul frontale troverete due driver
Un tweeter da 3/4″ con una membrana smorzata in seta trattata. Come dichiarato dal costruttore, la cupola in seta ha un nuovo coating ed una particolare cura del damping che ha consentito di raggiungere un risultato di +/- 2 dB fra 2000 e 10.000 Hz. Questo tweeter nasce con l’obiettivo di garantire una buona dispersione sia in asse che fuori asse.
Il woofer è un driver da 8″ con il cestello in lega, sospensione in foam con polimeri di ultima generazione e carta trattata per quanto riguarda la membrana del driver. Questo woofer è stato ottimizzato con lo scopo di migliorare le prestazioni in gamma media e allo stesso tempo garantire estensione ed articolazione in gamma bassa.
Entrambi i driver sono realizzati su specifiche dell’azienda per venire incontro alle esigenze di realizzazione del progetto. A tal proposito è interessante citare un estratto dell’intervista a Giuseppe Maietta per comprendere meglio le cose: “In un bass-reflex l’accordatura può prevedere varie possibilità di configurazioni del woofer lasciando ampio margine al progettista. In una cassa chiusa, invece, il progetto woofer-cassa nasce insieme, spesso partendo proprio dalla progettazione del woofer. Questo ha fortemente limitato, se non addirittura escluso dalla produzione questa tipologia di woofer.”
Il crossover minimalista, equipaggiato con componenti di buona qualità, come i cap MKP, è saldato a mano punto-punto senza utilizzo di PCB ed è adagiato su un supporto in multistrato di betulla da 18mm. Tutto ciò per ridurre al minimo le vibrazioni. Il cablaggio interno è realizzato con cavo Litz Rame OFC (99,999%)
Il cabinet è realizzato con legno in multistrato di betulla con rinforzi interni ed è caratterizzato da un livello di finiture veramente elevato. Passare la mano sul cabinet è quasi un piacere e l’uniformità dell’impiallacciatura, nel nostro caso wengè, rende le Classic8 un buon componente di arredo che risulta abbastanza discreto nei normali contesti domestici.
Posizionamento in ambiente e piccoli tuning.
Le Novaudio Classic8 ad un primo sguardo, soprattutto ai più giovani, potrebbero sembrare “strane” per via della loro profondità fuori dal comune ( solo 20 cm) in realtà questo parametro è frutto del progetto e del tipo di caricamento del diffusore. Con le Classic8 non dovrete tribolare molto. La buona dispersione fuori asse del tw, unite alle misure compatte e alla sospensione pneumatica, faranno si che con pochi aggiustamenti riuscirete a trovare il giusto posizionamento nel vostro ambiente. Il costruttore consiglia di iniziare a sperimentare diverse soluzioni partendo con un posizionamento ad un metro dalla parete posteriore e di mezzo metro da quelle laterali. Novaudio fornisce anche una formula di partenza: Y2=XZ. A tal proposito abbiamo inserito l’immagine qui sopra per rendere più semplice la comprensione. Noi le abbiamo testate in due stanze: una da 50 metri quadrati ed una da 20 metri quadrati. Nella prima abbiamo deciso di rispettare alla lettera le indicazioni del costruttore per quanto riguarda la distanza dal fondo, nel nostro caso la distanza dalle pareti laterali era ben superiore a quella indicata nelle istruzioni (circa 3 metri) con orecchio ad altezza tw e la distanza del punto di ascolto era di circa 4 metri. Nella seconda stanza abbiamo distanziato maggiormente i diffusori dalla parete di fondo(circa due metri), la distanza dalle pareti laterali era di circa un metro e mezzo e la distanza dell’ascoltatore dai diffusori era di circa tre metri. In questo caso abbiamo ruotato leggermente i diffusori verso l’ascoltatore.
In tutte le prove effettuate l’utilizzo di un buono stand come il nostro Solidsteel SS6 si è rivelato fondamentale e pertanto vi consigliamo di utilizzarne uno adeguato. Quello optional Novaudio ha una altezza di 50 cm, il nostro invece era alto circa 60 cm ma considerando la nostra seduta il tw era perfettamente ad altezza orecchio ed abbiamo avuto un buon feedback all’ascolto.
L’importanza della catena a monte.
“10 watt con un alto tasso di distorsione sono molto più pericolosi di 100 watt di suono non distorto“
Segnatevi queste parole presenti sul manuale ed i vostri tweeter avranno lunga vita e voi nessuna lite con i centri assistenza. Per evitare rotture molti costruttori hanno utilizzato stratagemmi più o meno drastici per far avere ai loro tweeter una lunga vita. Novaudio ha cercato di utilizzare un approccio soft a questo problema cercando di concentrarsi maggiormente sulle prestazioni, per cui prestate attenzione ai vostri amplificatori ed evitate di utilizzarli in prossimità del clipping. I motivi sono sostanzialmente due:
- un ascolto per essere piacevole deve essere lontano dal clipping, in caso contrario il vostro cervello potrebbe imputare il problema al volume e spingervi ad abbassare la manopola. In realtà il vero disturbo è la distorsione.
- mandando un segnale distorto ai nostri poveri tweeter la conseguenza è quella che si romperanno e la colpa non sarà dell’altoparlante bensì dell’abbinamento errato col vostro amplificatore. Molte discussioni a cui ho assistito in diversi centri assistenza riguardano proprio questo argomento.
Noi abbiamo utilizzato le Classic8 con diverse tipologie di amplificatori: due monofonici con EL34 su cui il sottoscritto sta lavorando ormai da qualche tempo, per poi passare allo storico Musical Fidelity A1 (la bistecchiera) e finire in bellezza col il Sudgen A21. Avremmo avuto il piacere di provarlo almeno con altri due amplificatori: il Luxman L-595A SE ed il Leben CS300XS ma vuoi per questioni di tempo, vuoi per questioni di scarsità di giacenze a magazzino, visto il periodo in cui viviamo, tutto ciò non è stato possibile. Però una prova vi consigliamo di farla ed ovviamente fateci sapere. Altro aspetto da non sottovalutare è la sorgente. Abbiamo alternato diverse sorgenti di livelli più o meno elevati ed il cambiamento di sorgente ha fatto elevare o mortificare il suono delle Classic8. Inutile dirvi che un MP3 a basso bitrate suonerà per quello che è. Questi diffusori possono essere tranquillamente degli ottimi candidati da utilizzare in uno studio di registrazione per le loro doti rivelatrici, non tolgono e non aggiungono nulla di ciò che gli arriva, ma di questo parleremo più avanti.
Il momento degli ascolti.
Abbiamo iniziato come sempre con un setup “muletto” con cui effettuare le 100 ore di rodaggio. Le prime impressioni non sono state positive, ma come sempre, bisogna dare tempo al tempo. Finito il rodaggio colleghiamo le Classic 8 al Musical Fidelity A1(fresco di un bel restauro) poi alternato ai mono con le El 34 ed infine a quello che è stato l’abbinamento più interessante: il Sugden A21 SE. Dopo aver fatto scaldare l’amplificatore per una mezz’ora buona il suono che usciva fuori dalle Classic8 era un qualcosa di diverso che non ascoltavo da diverso tempo. Ho iniziato gli ascolti con alcuni brani del grande Alan Parson e Sara K. La prima cosa che ha colpito il mio orecchio è stata la gamma bassa. “Ma come?” direte voi: “In un diffusore di queste dimensioni la prima cosa che noti è la gamma bassa?” Ebbene si. Era da tempo che non sentivo una gamma bassa così veloce, smorzata e corretta. Ovviamente con le dovute limitazioni in basso, ma fin dove arrivano sono estremamente piacevoli, specie se non dovete sonorizzare un ambiente molto grande. Gli ascolti vanno avanti ed il suono che mi arriva mi ricorda quello delle mie amate Audio Note. Un suono piacevole avvolgente e caldo, ma qui c’è qualcosa di diverso: la gamma alta! Ebbene si, il tweeter di queste Classic8 risulta molto piu esteso, arioso e trasparente donando a questo diffusore un tocco di modernità che aggiunge quel plus che le differenzia dalle sue antenate. Quindi si la Golden Age dell’alta fedeltà ma in chiave moderna. Procediamo gli ascolti e capisco che c’è qualcosa da sistemare sulle altissime frequenze. In effetti come sorgente stavamo utilizzando il mio notebook da “battaglia” con brani presi qui e lì dalla rete. Decidiamo pertanto di passare al setup che utilizzo come benchmark composto dal Dac ADI2 RME+Pc (Core) con Roon dedicato alla musica liquida e end point dedicato. La gamma bassa prende ancora più autorevolezza ed è sparito quel senso di asprezza sulle altissime frequenze. Questi diffusori sono estremamente rivelatori. Non aggiungono e non tolgono nulla a ciò che arriva dalla catena audio e sanno esaltare oppure punire ciò che gli viene dato in pasto. Non a caso le Classic8 hanno trovato dimora in diversi studi di registrazione. Ora passiamo alle voci maschili: è la volta di Sam Mclain. Una voce possente e corposa che anche in questo caso viene riprodotta mettendone in risalto pregi e difetti e soprattutto scandendo i vari piani sonori, tanto da farci ben distinguere in sottofondo il famoso organo Hammond. Forse ad essere proprio pignoli questa voce avrebbe dovuto avere un pò di corpo in più ma i miracoli sono cosa di altro mondo. Molto buona anche la separazione dei canali e la collocazione degli strumenti e delle voci che abbiamo avuto modo di saggiare con altri pezzi. Abbiamo ancora la pelle d’oca dopo aver ascoltato “La canzone di Marinella” interpretata da Mina e De Andrè nell’album “Mi innamoravo di tutto” con i cantanti posizionati nella corretta posizione e le sibilanti della tigre di Cremona che risultano impeccabili. Il pizzicato di Eric Clapton nella sua unplugged è impeccabile e questo ed altri pezzi ci fanno apprezzare le caratteristiche timbriche di queste Novaudio. Abbiamo anche osato con “The Fletcher Memorial Home” e “Wish you where here” dei Pink Floyd e se l’intro di Welcome To Machine non raggiungeva frequenze subsoniche c’è pur da dire che con altri brani siamo riusciti a distinguere nettamente alcuni dettagli in altri casi molto confusi. A tal proposito vi sfido ad ascoltare bene a 1″ e 23′ e poi a 1″ e 32″ “The Fletcher Memorial Home” e scrivetemi cosa avete sentito, con le Classic 8 questi dettagli sono stati ben chiari. Dulcis in fundo abbiamo terminato le nostre sessioni di ascolto con Radka Toneff in “The Moon Is A Harsh Mistress” dove, con un Sugden ben caldo (circa due ore di utilizzo), le Classic 8 hanno riprodotto l’immagine stereofonica con estrema accuratezza ponendo la cantante al centro del palco ed il pianoforte alle sue spalle come da registrazione. Possiamo concludere questo capitolo dicendo che per timbrica, dinamica e musicalità questi diffusori salentini ci sono piaciuti e molto.
Conclusioni finali.
Se il vostro ambiente di ascolto non è una hall di un albergo e se non avete modo di intervenire in maniera importante sull’acustica della vostra stanza, queste Classic8, a patto di ben interfacciarle, con elettroniche come quelle riportate sopra, potranno darvi grandi soddisfazioni, specie con alcuni generi musicali. Non avrete grossi problemi a collocarle in un ambiente promiscuo come un classico salone di un appartamento e potrete godere di ottima musica. Oggi alle varie Harbeth, Spendor e Rogers si aggiunge in punta di piedi un nuovo brand, stavolta made in Italy. Siamo certi che nel corso del tempo saprà ritagliarsi il suo spazio. Il prezzo delle Novaudio Classic8 è di 3.294 Euro, gli stand sono optional.
Specifiche tecniche: Classic 8 Technical details
- Diffusore 2 vie
- Sospensione pneumatica
- Tweeter ¾”in seta
- Woofer 8” in carta trattata con sospensione in foam
- Crossover con componenti selezionati di altissima qualità
- Struttura del mobile in betulla con rinforzi strutturali rivestita in 4 finiture a scelta
- Risposta in frequenza 42-20.000Hz
- Efficienza 89 dB
- Amplificatori 10÷100watt, a valvole single ended/stato solido classe A anche 10 watt sono sufficienti.